lunedì 1 ottobre 2007

26 agosto

Kopasker km- 48805-Borgarfjordur Eystri km. 49159

Un ultimo sguardo alla cdteca di questo pazzo scatenato rivela piccole perle, a parte l’opera omnia di Brahms, tutti gli adagi di Albinoni, e pensare che lui ne aveva composto solo uno, ci sono, a guardare bene anche i testicoli di Beethoven, disseppelliti dal vasetto in cristallo. Qui siamo di fronte ad un collezionista ragazzi! Basta notare la macchina che ha, una vecchia Subaru 1.8 station wagon supersmarmittata; o i quadri ale pareti: in uno c’è una ragazza completamente nuda con il suo bel “pratino” verde in evidenza, in un altro c’è tutta la generazione di lavandaie del paese dal 1708 ad oggi, sono almeno 6 in tutto.
In questo paese sono tutti pazzi, scappiamo, incontrando Raurarhofn dall’aspetto un po’ squallido, poi Porshofn dove miracolosamente facciamo benzina.
Il caffè, qui a Porshofn, viene servito ad una temperatura tipo Krafla e i fragili bicchierini di plastica stentano ad isolarne il bollore. Di fronte a noi ci sono 2 giovani mamme, probabili ragazze madri, come molte altre islandesi del resto.
Continuiamo addentrandoci nella penisola di Langanes costellata di piccoli stagni immersi nella brughiera e le farm abbandonate, poi diritto verso Vopnafjordur che neanche mi ricordo se non fosse per la bella cascata “Nedrifoss” che cala a picco sul mare quasi.
Inizia una strada altamente spettacolare, con salite del 15% tutte tornanti e rocce multicolore alla cui sommità si apre lo scenografico delta di sabbia nera “Heradsfloi”.
Pian paino si arriva a Borgarfjordur, nostro amato avamposto cui torniamo dopo 13 gg., stavolta non c’è il tedesco e non c’è neanche il pane per mangiare. A dirla tutta non c’è neanche Johanna, che è la signora del ristorante a cui chiedere per la notte; finisce che la chiamo, la incontriamo è tutta contenta, ci dice che avremo la casa tutta per noi.
Eccola lì la nostra Asbyrgi, quadrata e sbiadita come me la ricordavo, timidamente affacciata sul mare, le tende ora arrossate di un intenso tramonto che ascolta le nostre chiachere, fitte, intense come certe nebbie che lente si diradano.Sono quasi le 21 e siamo qui che beviamo caffè da 2 ore, un caffè lunghissimo e insapore, la Calle lo ha fatto con i fazzolettini di carta!

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