lunedì 1 ottobre 2007

16 agosto

Jokulsarlon km. 45066- Kirkjubaerklastur km 45367

Stamattina con nostra grande sorpresa ci accoglie un sole splendente, cielo terso di un azzurro intenso senza neanche una nuvola all’orizzonte. In quattro e quattr’otto ci rimettiamo in marcia, per non perdere neanche un filo di sole. Ripassiamo per Jokulsarlon, diamo un’altra occhiata agli iceberg poi attraversiamo il ponte e ci dirigiamo verso il mare per vedere gli iceberg finalmente liberi di vagare nell’oceano. C’è anche una foca che ci osserva dal mare poi si rituffa tra le onde.
Salutiamo gli iceberg e ci dirigiamo verso il Parco Nazionale di Skaftafell, il parcheggio è già strapieno di macchine ma per fortuna il parco è grande e non incontraimo molta gente.
Primo sentiero verso lo Skaftfeljokull. In meno di mezz’ora di cammino arriviamo ai piedi del ghiacciaio, è un po’ annerito dalla sabbia e quant’altro ma basta alzare di qualche centrimetro lo sguardo per perdersi nell’azzurro prima e poi nel bianco più assoluto. Anche qui ‘è una piccola Jokulsarlon (niente a che vedere con l’altra, ed è senza sbocchi al mare). Ritorniamo al centro visitatori per dirigersi verso la star (così la chiama la Lonely) del parco: la cascata Svartifoss. Attraversiamo un sentiero in mezzo al bosco che ci fa venire un po’ il fiatone, arriviamo ad una piccola radura ed eccola spuntare laggiù in fondo…beh chiamarla star è un po’ esagerato è un rivolo al confronto delle precedenti gulfoss e dettifoss. Certo è unica nel suo genere perché creata su colonne di basalto. Ritorniamo all’ovile, si pranza finalmente all’aperto, in una panchina del parco, ma poi il vento ci fa scappare.
Destinazione Lakagigar e Laki. La strada inizia tra splendide vallate verdeggianti, lastricate di sassi che ci fanno rallentare la marcia, dopo un po’ di verde si cominciano a vedere i crateri di Lakagigar che ci accompagnano fedeli fino al Laki. Saliamo sul cratere del laki dove c’è un vento terrificante che quasi mi sposta. Sassoli cerca in tutti i modi di farmi avvicinare al cratere (forse per tentare di eliminarmi) ma non mi riesce di spostarmi.
Attraversiamo il sandur (piane glaciale di sabbia) e approdiamo all’innominabile paese di Kirkju..qualcosa qui è difficle trovare una sistemazione (anche perché non ce ne sono) e quindi ci accomodiamo al campeggio.
Sistemiamo la nostra “Grissie” puntellandola con un grosso masso stile mattone per le case.

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