Laugarvatn km. 42917-Kidagil km. 43307
Il risveglio è tra i più comici, in una sala da ballo stile flashdance con lo specchio alla parete di fondo, la sbarra, siamo i “ginger e fred” della situazione. Ci siamo solo noi con i nostri sleeping bag in questa lunga sala. Alle finestre un pallido sole, ahimé verso il mare. Nella sala comune c’è già un folto gruppo di tedeschi (almeno sembrano) che cicalecciano allegri. Ci sentiamo molto poco forniti con il nostro succo d’arancia e biscottini al cioccolato, loro sfoggiano attrezzi tra i più strani: un taglia formaggio che assomiglia molto al nostro pelapatate, colini delle più svariate forme e misure per prepararsi un’annaquato caffè…
Eh va bhè noi nel nostro piccolo ci siamo in questa vasta e splendida Islanda!
Ci laviamo i denti, abbandoniamo la nostra sala da ballo direzione Geysir.
Primi approcci con la vita islandese…fare benzina…innanzitutto non usano contanti ma una carta prepagata. La pompa is broken…mannaggia a Sassoli prende la smania di fare benzina e va in crisi… prossima pompa a Geysir 20 km di distanza, e va beh tanto ci dobbiamo andare.
5000 corone per 40 litri scarsi…per paura di restare senza.. Sassoli ne compra subito un’altra (di carta). Ora che il problema è risolto ci dirigiamo a vedere i geyser. Una visita al vecchio geysur che ormai è andato in pensione mentre 5 metri più in la c’è il giovane Strokkur che colpisce ogni 5/10 minuti. Staimo li in contemplazione della vasca ribollente con un altro centinaio di persone, e pensare che è una delle mete più visitate??
Altra meta molto ambita è la cascata di Gullfoss dire impetuosa è poco c’è un primo salto di qualche metro verso destra e poi tutto si convoglia a sinistra per un altro slato che finisce dentro ad un canyon. Il rumore è assordante ma la bellezza ne compensa il fragore.
Piccola incursione di qualche km nel Kjolur per calmare l’animo avventuriero di sassoli poi desinazione Lanndamalaugar per poi domani prendere l’autobus per lo Sprengisandur.
Nella breve distanza che ci separa però cambiano i piani… al bivio per Landamalaugar non giriamo si prosegue dritto “Andiamo a sentire com’è la strada casomai torniamo indietro…” le ultime parole famose di Sassoli… A Hrauneyjar, ultimo avamposto prima della F26, una ranger alquanto tarchiata e imponente con uno sguardo angelico dice che lo sprengisandur is easy…lo dici tu bella mia!!!!
Riempiamo di nuovo il serbatoio (5 litri) altrimenti Sassoli s’agita, svaligiamo il vicino Stark con provviste per un mese e con una fifa da far paura ci inoltriamo nella mitica F26 e già si comincia a sballonzolare tra le buche e i sassi. Una mezz’oretta circa e siamo a Versallir. Lasciate ogni speranza o voi che entrate! Diceva Dante e qui si adatta a meraviglia, la strada si fa ancora più impervia ma noi imperterriti puntiamo il muso della nostra santa fe verso il lago Mivatn. Lo spettacolo che si apre ai nostri occhi è indescrivibile. Intorno al lago Porsivatn verdeggia rigogliosa la natura. Qualche decina di km ed è ora dei ghiacciai, alla nostra destra c’è il Vatnajokull mentre a sinistra l’Hofsjokull subito a ridosso della pista battuta intatno il verde lascia il posto al nero vulcanico, poi alla sabbia, poi alle rocce. E’ un’alternarsi di cambiamenti nel paesaggio e di sensazioni che i nostri occhi e le nostre anime percepiscono. In mezzo a questa meraviglia si raggiunge l’ultimo rifugio della pista, il Tungnafellskali qualche metro e… ops… un fiume da guadare di ragguardevole entità, indecisi sul da farsi torniamo al rifugio e chiediamo consiglio. Ci accoglie un bel cane color champagne in cerca di coccole. Mettiamo il naso in un ufficietto dove un signore di una 60ina d’anni e un giovane allampanato discutono in islandese. Chiediamo del fiume, it’s little ci dicono, possiamo passare tranquillamente, la fanno semplice loro, Sassoli si rimette al volante, innesta la prima e via dritto come un ariete a metà guado, la macchina segue appena la corrente con una piccola accellerata si raggiunge l’altra riva, Sassoli raggiante si lancia in un grido liberatore, ora si può proseguire…
Alla nostra destra, intanto, si staglia maestoso il ghiacciaio Tungnafelljokull è così vicino che si può toccare, intorno a noi la natura cambia ancora dal nero vulcanico, si passa al grigio, una lunga distesa di colline grigie, sassi e nessun tipo di vegetazione.
Ed eccoci al bivio per Laugafell, da qui mancano solo 60 km alla fine di questa bella avventura. Il grigio diventa dapprima rosso, poi di nuovo nerastro. Intanto altri fiumi tagliano il nostro cammino ma ormai Sassoli ha il pieno controllo delle forza della natura. Incontriamo anche diversi altri veicoli, rigorosamente tutti 4x4, con i quali scambiamo sorrisi e gesti di saluto (questa è solidarietà stradale).
E’ ormai l’imbrunire, tutto intorno a noi acquista i colori sfumati nelle tonalità calde del giallo e del rosso tipiche di questo orario e ciò che ci circonda acquista qualcosa di ancora più magico di quel che è già.
Il nero lascia di nuovo il posto al verde ciò ci fa suppore che forse ci siamo, infatti ecco comparire all’orizzonte qualche capra, pecora o montone (non lo sappiamo con l’esattezza) un po ‘incuriosite che annusano l’aria e ci guardano come a dire “ehi voi, che ci fate qui a quest’ora?” eh si ci siamo quasi laggiù in lontananza sembra spuntare qualche luce di abitazioni. Il verde si fa sempre più intenso e la strada scende sempre di più a valle. Ecco un altro fiume, non è da guadare c’è un ponticello qualche metro e c’è un cancello chiuso ad attenderci. Rimaniamo interdetti e sorridenti scendiamo ad aprirlo e poi a richiuderlo. Sembra quasi che quel cancello serva a non far uscire niente di tutto quello di meraviglioso c’è all’interno della pista F26 e che solo chi ha visto può apprezzare e capire.
Incontriamo alcuni paeselli (2 case e 1 chiesa), Sassoli in evidente stato di stanchezza fisica dopo aver guidato per circa 7 ore nelle peggiori condizioni opta per cercare qualcosa di decente per riposare le stanche mebra ed eccolo accontentato. Alla nostra sinistra spunta un…non sappiamo bene cosa sia. Un ragazzo lungo quasi 2 metri sfoggia una maglietta di Buffon, un cappellino sotto al quale qualche ciocca ribelle fuoriesce. Ci chiede se abbiamo gli sleeping bag…eh certo che ce li abbiamo…affare fatto stanotte si dorme qui. Sassoli si riprende con una birra islandese e poi crolla con un’espressione beata sul viso di chi ha visto cose meravigliose!
venerdì 14 settembre 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento