venerdì 14 settembre 2007

diario: 4 agosto

Treviso-Reykjavik

Il ritrovo stavolta è a Mestre e Sassoli si presenta puntuale dopo un’alienante nottata spesa a casa di Tommaso, ormai relegato alla custodia della gatta Isotta, lasciatagli in dono dalla Chiarina, partita di tutta fretta per la patinata Formentera.
Alla vista della Callegaro lo stesso Sassoli indietreggia. La ragazza ripronone uno zaino della prima liceo stile “Notte prima degli esami” su cui campeggiano le scritte più svariate, Nicco t.v.t.b., Marzia forever e “collettivo mestrino per tutta la vita”. Insomma l’inizio è decisamente sgangherato, o per meglio dire rabberciato alla meno peggio.
Naturalmente incombono le fobie da pre-imbarco Ryanair; nelle ultime variazioni contrattuali passerrebbero soltano le taglie 42 ma per gli over 50 c’è il rimpatrio gratuito con una compagnia di bandiera.
In ogni caso la Callegaro è a 15,6 kg.; sta optando se togliere la tenda e portarla a spalla fino a Kensington ma la regina non gradirebbe troppo.
Scattano le prime foto, noi due seduti sghembi vicino a un cenotaffio in gesso dell’ikea.
Mentre Mirca divora crackers, dell’ikea pure quelli, io tento un’intrusione nell’attiguo ristorantino, praticamente un loculo che fa rimpiangere i McDonald’s d’oltreoceano.
Oggi servono penne panna e funghi, ignorate dai viaggiatori diretti a Charleroi che preferiscono le pizze sintetiche esposte dietro il plexiglas.
Eppure, per qualche strano incantesimo si mangia bene ed è bello entrare in simbiosi con questo stupendo mondo di plastica.
Mi sono rimasti pochi centesimi, o meglio 3,4 euro impossibili da esaurire (o compri una maxi scorta di twix oppure un vaso in porcellana al duty free, con cambiale ovviamente).
Gli animi si scaldano, il check-in è ormai inelluttabile. La checkinista ci spara uno sguardo di 3 secondi e sentenzia, per me zaino da imballare, per la Callegaro fila tutto liscio invece, complice anche di un tentato alleggerimento last minute.
La checkinista ha adesso 27 borsoni sul nastro, altri 2 minuti e scatterebbe un cid, quindi lascia correre e si sbarca al gate, o meglio piazziamo il nuovo record modiale check-in/gate: 17 secondi netti!!!
Come si comanda una compagnia low-cost non ha mica soldi da spendere in tunnel diretti all’aereo, in religioso silenzio facciamo due (ma proprio due) passi, scaletta ed eccoci nel velivolo… sistemazione posti…lo stewart ci dice che sono liberi chi prima arriva prima alloggia…e noi ci sistemiamo Sassoli al finestrino e io al centro, di fianco un padre di famiglia che si alza ogni due secondi per controllare i figli.
Tempo 5 minuti al decollo e Sassoli mi abbandona…cade in un sonno profondo dal quale si risveglia per qualche attimo e poi sprofonda di nuovo. Se cascasse l’aereo manco se ne accorgerebbe…nemmeno il sorvolo della manica lo riscuote.
Io intanto contemplando il canale della manica, che sembra piccino ma ci vogliono circa 10 minuti per sorvolare, vengo folgorata da un’illuminazione “l’Islanda è un’isola, domani ¾ del tragitto sarà sopra il mare!!!” caspita che scoperta non c’avevo ancora pernsato… Intanto iniziano le manovre di atterraggio, qualche sballottamento ed eccoci arrivati. WELCOME IN LONDON!!!!
Si percorrono i lunghi corridoi moquettati, si recuperano le valigie e via alla riscoperta di Londra. Già sul treno che ci porta in centro siamo affascinati dalla pianura verdeggiante, dalle case in mattoni rossi, dai comignoli…
Ci si dirige verso King’s cross alla ricerca di un albergo. Appena scesi dalla metro e sbucati in superficie, Sassoli, ripresosi dal coma profondo, mette in moto il suo radar e basta fare due passi ed eccolo lo vede: un alberghetto “Belgrove Hotel” edificio bianco, inferriata nera, stile inglese…ok può andare si entra a chiedere… non ci possiamo credere neppure noi…hanno una stanza ma soprattutto a 55 sterline a notte con colazione…una fortuna sfacciata!!!!!
Appoggiamo valigie e zaini e si riparte… ci dirigiamo verso Piccadilly Circus e da li per Charing Cross si raggiunge Oxford Street. Un negozio dopo l’altro si raggiunge Marble Arch e di qui ad Hyde park. Per colpa mia (avevo ancora la pancia piena da una cenetta romantica da McDonald) ci perdiamo un negozietto dove fanno i waffle, che come mi dice Samu, ma come ho avuto modo di vedere sono spettacolari…ma domani ci si ritorna costi quel che costi!!!
Attraversato Hyde Park si sbuca a Kensington dove si incontrano un gruppetto di supertirati in smoking, tubino nero e tacchi alti, poi una tiratissima limousine lunga circa quanto un camion, ma siamo in un quartiere “in” dove queste cose sono all’ordine del giorno.Si riprende la metro per l’ultima tappa di questa serata: il Big Ben che illuminato fa la sua porca figura. Niente da fare, il mio compagno di viaggio è stremato, ma anch’io accuso un dolorino al nervo sciatico (e Samuele gufa, tutto contento) si rientra, un buon sonno ristoratore che domani si ricomincia. End first day of saga

Nessun commento: